Arnaldo e Rufus, ovvero riprendersi la propria libertà

 

Arnaldo De Pietri, 47 anni dei quali 26 trascorsi nel complesso mondo della pubblicità, ad un certo punto della sua vita ha deciso di riconquistare il suo tempo, imparando a vivere e ad apprezzare il presente. Come? Con un viaggio al fianco del suo amico a quattro zampe, Rufus: “Diciamo che arriva un momento in cui dopo aver corso, sia pure con riconoscimenti di ogni genere, nella ruota del grande criceto, dopo aver fatto il tuo dovere verso chi ti sta vicino e verso la tua comunità, dopo essere caduto e dopo essermi rialzato, dopo aver promesso e dopo aver mantenuto, decidi che la vita è adesso. Il planning trimestrale, semestrale, annuale pieno di programmi per domani, lascia il posto al desiderio di vivere l’oggi.
 

Nessuna amarezza, nessun rimpianto. Solo tanta voglia di rimettere in gioco la mia libertà insieme allo spirito più libero e sincero che abbia mai incontrato, Rufus”. 

 

Arnaldo raccontaci un po’ quali sono state le tappe principali della tua carriera.

Ho sempre amato scrivere e questa passione mi ha portato all’Accademia di Comunicazione di Milano, dove sono stato iniziato alle arti oscure della pubblicità come copywriter. Da lì ho lavorato inizialmente in un’importante agenzia internazionale e poi come freelance per aziende, istituzioni e, negli ultimi 10 anni, per organizzazioni non profit. Nel 2009 ho ricevuto il premio Ischia come comunicatore sociale dell’anno. Ho avuto anche una parentesi di qualche anno come amministratore pubblico sul fronte del welfare, un’esperienza che mi ha permesso di toccare con mano gli effetti della crisi economica, il disagio diffuso e l’aumento delle povertà in Italia. Da alcuni anni lavoro prevalentemente online, questo aspetto del mio mestiere mi permette di seguire i miei clienti ovunque io sia.
 

Poi, un giorno hai deciso di mettere da parte tutto quello che aveva significato qualcosa per te fino a quel momento e hai deciso di dare vita ad un progetto molto più ambizioso: vivere il presente. Da dove è nata questa esigenza?

Dici bene, vivere il presente. Ho lavorato per una vita in un contesto molto competitivo, dove se accetti la sfida devi sacrificare tutto per eccellere. Non rinnego nulla di questa esperienza, anzi mi considero un privilegiato, avendo potuto lavorare in contesti che mi hanno permesso di accrescere la mia professionalità. Per molte persone oggi il lavoro è poco e la competizione è ancora più alta a fronte di un ritorno economico che spesso non riesce neppure ad assicurare la sussistenza. Questo provoca frustrazione, amarezza, infelicità, incertezza, con la conseguenza che un progetto di vita soddisfacente diventa una chimera. La domanda è: si tratta di un problema squisitamente economico oppure vivere una vita appagante e piena dipende anche da altro? La risposta che mi sono dato è che dipende principalmente da altro. Ho deciso quindi di vivere dando valore a tutto, con un’attenzione maggiore rispetto ad ogni circostanza che vivo, ad ogni storia che incontro, negli affetti, nelle amicizie, nel lavoro, in ogni ambito della mia esistenza. Questo mi ha anche permesso di vincere dei taboo che limitavano il ventaglio delle mie possibilità. Reinventare il mio modo di lavorare era uno di quelli. Si tratta di accettare il cambiamento nella propria vita, non è facile ma è possibile. Il viaggio è in questo senso una scuola impagabile.
 

Chi è il tuo compagno di vita e di viaggio? Raccontaci un po’ quali sono i suoi “segni particolari”.

Rufus nasce come personaggio immaginario di alcuni racconti che ho scritto molti anni fa, poi un giorno si è presentato in carne, ossa e coda, un po’ come il Pinocchio di Collodi. È un jack russel a zampa lunga di quasi tre anni, con un carattere e una personalità che giorno per giorno mi regalano sorprese incredibili. Dinamico al punto da sospettare che sia alimentato da un’energia nucleare, furbo e intelligente, machiavellico talvolta. Il suo nemico giurato è un altro jack, di nome Bandito, quando si incrociano sono scintille. Il suo grande amore è Sharon, non l’attrice, ma un’alana arlecchino che sembra comunque gradire le sue attenzioni. Un amore sproporzionato e meravigliosamente ottimistico direi. Rufus è un amico e un compagno dolcissimo e terribile allo stesso tempo, non potrei pensarmi in viaggio senza di lui.
 

Quali saranno le tappe fondamentali del vostro viaggio?

Il progetto prevede un viaggio di circa un mese con la mia auto, nome di battaglia Ronzinante. Partenza da Mantova, attraverso la Costa Azzurra e poi lungo la costa della Spagna, passando per numerose località sulla costa come Barcelona, Valencia, Cartagena, Malaga, Gibilterra sino a Cadice e Huelva per proseguire poi in nave verso Lanzarote, Fuerteventura, Gran Canaria, dove faremo base a Las Palmas. Da lì andremo anche a Tenerife e sulle Isole Canarie minori. Potremmo anche deviare per qualche giorno in Portogallo, a Lisbona, ma dipende dai tempi. 

 

 Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato? E quale il messaggio che vorresti trasmettere?

Il primo obiettivo è condividere questa esperienza con altri. Questo per me è il primo viaggio con Rufus e mi piace l’idea che quest’avventura sia fatta anche del contributo di idee e consigli di persone più esperte. Prevedo inoltre la produzione di un libro e un ebook che racconterà in modo dettagliato e documentato tutto il viaggio, con riferimenti e indicazioni su percorsi e soluzioni dog friendly per chi desidera vivere questa esperienza con il proprio cane. Documenteremo giorno per giorno con post, video e foto ogni tappa del viaggio, raccontando i luoghi, le persone, gli eventi, le emozioni e gli imprevisti di questa avventura che vorremmo condividere con chi ci seguirà sul web. Inoltre, viaggiando all’estero, intendiamo essere a modo nostro due “ambasciatori” del Made in Italy, in particolare del nostro territorio, il bello di incontrare altre culture sta anche nello scambio di esperienze. Poi vi è un obiettivo personale che sintetizzerei in poche parole: rimettere in gioco la mia libertà e dare alla mia vita un passo diverso. Il messaggio che mi sento di dare è che per quanto dura possa essere la nostra vita, esiste sempre la possibilità di renderla piena e interessante, riscoprendo, anche nella quotidianità, il valore del presente, affrontando le circostanze e gli imprevisti con un occhio più attento, curioso, affamato. Non si tratta dunque di un “mollo tutto” ma semmai di un “mi riprendo tutto”.
 

In che modo intendi sostenerti durante il viaggio?

A parte un sostanzioso autofinanziamento, contiamo di coinvolgere qualche azienda sponsor e di fare un po’ di raccolta fondi da chi vorrà sostenere l’iniziativa. Sto studiando infatti una serie di "premi e gadget" per chi ci darà una mano, ad esempio una copia gratuita del libro, contenuti dedicati ai sostenitori, una cena a Las Palmas e così via. Poi naturalmente c’è il mio lavoro, che continuerò a svolgere durante il viaggio. 
 

Quali sono le difficoltà del viaggiare con un amico a quattro zampe?

In primis le tortuose procedure legate ai vaccini e alla loro certificazione, ma vi sono altri fattori che vanno tenuti in considerazione e affrontati nel modo più coerente e consapevole. Ad esempio Rufus, come tutti i cani, ha delle abitudini che vanno quanto più possibile preservate per non rendere traumatico il viaggio. Le tappe devono essere vicine per non costringere il nostro amico a lunghi percorsi in auto. E’ necessario avere sempre chiaro dove trovare un veterinario, una struttura per la notte che accoglie animali e un luogo protetto dove può correre libero e scatenarsi. Un’altro aspetto che ritengo utile è portare con se un po’ di casa, mi riferisco ai suoi giochi, le sue copertine, le sue ciotole così che si possa ovunque ricreare un ambiente familiare e rassicurante. L’alimentazione è un altro aspetto cruciale, porteremo con noi una bella scorta del suo cibo preferito, Rufus ha lo stomaco delicato. Infine è necessario avere tutto ciò che occorre nel caso non si senta bene. Diciamo che viaggiare con il proprio cane vuol dire capire che non stai girando con un pupazzo ma con un essere peloso che ha giustamente le sue necessità e fragilità. La sua salute psico-fisica richiede una cura e un’attenzione che non si possono improvvisare.

 

 Ad una persona che ha deciso di vivere l’oggi e di non pensare al futuro, posso chiedere quali saranno i suoi progetti una volta tornato da quest’incredibile avventura?

L’avventura più incredibile è vivere la propria esistenza con pienezza e credo che, fatto il primo passo, non si ponga più il tema del ritorno. Continueremo nel nostro cammino, faremo certamente altri viaggi che racconteremo e condivideremo con gioia, ma soprattutto continuerò a vivere la mia vita anche quotidiana cercando di non dare mai più nulla per scontato. Il "dove" è un dettaglio, ciò che conta per me è “il perché" e "con chi”.
 

In ultima analisi, come persona cosa ti aspetti da questo viaggio?

Rimettersi in gioco dopo una vita fondata su criteri differenti vuol dire soprattutto fare i conti con i propri limiti e le proprie paure. Io, in particolare in questa nuova circostanza, mi considero un alunno che si prepara al primo giorno di scuola e sa che sul suo cammino incontrerà compagni di viaggio e maestri da cui ricevere insegnamenti. Rufus è il mio primo compagno di cammino, ci sarà chi mi supporterà da vicino e chi da lontano e ci saranno persone che a loro volta trarranno informazioni e insegnamenti dalla nostra esperienza. Non è bellissimo?
 

Contatti:
 

EMAIL

in***************@gm***.com
 

BLOG

www.inviaggioconrufus.wordpress.com
 

FACEBOOK

www.facebook.com/In-Viaggio-con-Rufus-1673803579498173/timeline/?ref=hl

 

A cura di Nicole Cascione