Avete mai fatto trekking con la bici? Mai sorrisi e parolacce trovarono modo migliore di stare insieme

 

Il passo O’Higgings – El Chalten, è il passo classico con cui, chi si muove a piedi o in bici, è solito proseguire verso sud dopo Villa OHiggins. Sulla carta, è una tappa che si compone di 3 fasi:

 

1. Da Villa OHiggins a Candelario Mancilla 9 km, un biathlon di bici e barca 🙂 Da Villa OHiggins si percorrono circa 9km in bici per arrivare al punto di imbarco; il nostro suggerimento è di accampare lì la sera prima, godervi il tramonto ed essere sicuri che con la sveglia delle 6.00 del mattino, nulla, nemmeno una semplice bucatura, possa impedirvi di prendere la barca ….. soprattutto se si tratta dell’ultima della stagione!

 

La navigazione sul meraviglioso Lago OHiggins ci porterà fino al fiordo Candelario Mancilla. La compagnia Robinson Crouse ha il monopolio della tratta in barca che attraversa il lago. Purtroppo, nonostante essi usufruiscano di una incredibile sovvenzione statale "per terre australi" e il governo cileno suggerisca loro una tariffa di 2.100 pesos cileni (2,5€), essi impongono a tutti coloro che non sono abitanti di Villa OHiggins un prezzo di 42.000 pesos cileni (pari a circa 82$, 60€). Potete immaginare quanto noi due, anti-consumismo, anti-capitalismo, anti-ogni ismo, siamo combattuti tra il pagare tale "enormità" ed il trovare un’alternativa. Purtroppo però in questo periodo dell’anno, in cui la neve ed il gelo hanno già fatto la loro comparsa, pare che ci rimangano ben poche alternative. Codardi? Forse si, ma l’alternativa che sarebbe il Passo Mayer, non ce la sentiamo proprio di tenerla in considerazione. Tale alternativa infatti includerebbe le seguenti prove: guadare un fiume dalle acque polari, immergendovisi fino alle cosce, con tanto di bicicletta al seguito e borse sul groppone (dunque attraversarlo per lo meno un tre volte, che andata e ritorno equivalgono a sei! No, io non me la sentirei forse nemmeno in estate); attraversare un "mallin" di 3 km (il mallin è una zona dove il sentiero scompare …. nel fango! L’acqua in queste terre, sempre presente in abbondanza, ad un certo punto non trova più il suo letto e decide di spargersi ovunque. No, non mi sento di affrontare nemmeno questa prova: chi cavolo la spinge una bici di 50 kg che sprofonda nel fango fino a metà della ruota?); ultimo ma non meno importante un tratto di strada di circa 10 km …. non tracciata, il che significa brancolare nel buio visto che noi non viaggiamo con GPS né con nessun altra attrezzatura satellitare. Ah, dimenticavo, altro che ultima prova … tutto questo per allungare il tragitto verso El Chalten di circa 400 km!

 

 

Ok, andata, paghiamo 🙁 Il Passo Mayer lo faremo sicuramente, ma magari in piena estate.

 

Nota. Fate attenzione che lultima barca della stagione parte il 5 Aprile e un mese dopo chiude anche il passo di frontiera nonché la dogana di Candelario Mancilla. In alternativa al servizio ufficiale offerto in condizioni di monopolio dalla Robinson Crouse, potete verificare se ci sono in partenza barche “Madereiras” che trasportano legna per i fiordi. Se siete fortunati potrete trovare un mezzo alternativo, ovviamente a prezzo più basso. Tornando a noi, in circa 3h di navigazione si arriva a Candelario Mancilla.

 

2. Da Candelario Mancilla alla costa nord di Laguna del Deserto 22km, un altro biathlon questa volta composto da bici + bici trekking 🙂 Ecco come lo abbiamo vissuto noi.

 

Sveglia alle 6.00 del mattino! salpiamo alle 7.00 e siamo in 9, gli ultimi ciclisti della stagione: 2 polacchi che scendono dall’Ecuador, 2 fratelli canadesi e 1 statunitense che arrivano dall’Alaska, una coppia di tedeschi partiti da Puerto Montt e noi che a furia di zigzagare di qua e di la non ci ricordiamo più da dove veniamo. Ancora mezzi "rinco" dal sonno, arriviamo sull’altra sponda, sbarcando appunto a Candelario Mancilla alle 10.30 circa. Dalla sponda, il percorso sale per circa 1km fino ad arrivare al posto di dogana cilena per l’uscita dal paese.

 

Nota. Da qui parte la bellissima camminata di 2gg/1notte che sale al punto panoramico dellimmenso ghiacciaio OHiggins. Nel posto di controllo cileno troverete una mappa dettagliata del trekking con profilo morfologico e distanze.

 

Ci facciamo timbrare il passaporto e usciamo ufficialmente dal Cile iniziando con 6 km di salita tra sabbia e ghiaia che noi due, con le nostre solite bici stracariche, abbiamo fatto quasi tutti spingendo. Poi, una volta in cima, la strada si fa piana e serpeggia meravigliosamente tra boschi rigogliosi e sempre verdi. Sappiamo che il traghetto per attraversare Laguna del Deserto, ci aspetta per le 18.00; sono le due del pomeriggio e noi due siamo convinti che ormai la parte più dura sia terminata (per altro tutti gli altri stanno dietro di noi) per cui, Fitz Roy in lontananza, ce la prendiamo con tutta calma. Pausa merenda, foto, aneddoti e risate. Fino al momento in cui ci rendiamo conto che, giusto giusto subito dopo aver superato il confine tra Cile e Argentina, le 7 prove di Asterix ed Obelix hanno inizio. Si tratta di un vero e proprio percorso di trekking, peccato che quando fai trekking al massimo ti porti appresso uno zaino, non una bici che, bagaglio incluso, arriva a pesare 40 kg … 4 km che si snodano tra: smontare le borse dalla bici e fare avanti e indietro tre, quattro volte, per superare un ostacolo, rimontare tutto e proseguire, spingerla in due su per muri di terra, alzarla fisicamente per superare tronchi o enormi radici di alberi che tagliano il percorso, immergersi fino alle caviglie in torrenti o pantani, abbandonare la bici e andare in avanscoperta per individuare il sentiero che scompare tra gli alberi, cercare di condurre la bici stando in equilibrio sul sellino ma senza poter pedalare a causa del sentiero estremamente stretto e racchiuso tra fitti cespugli e infine rendersi conto che si sono fatte le 17.00 e seppur si intraveda il lago, non siamo ancora giunti a destinazione! L’ultimo km lo facciamo gettandoci letteralmente giù dal pendio: io sono davanti cado decine di volte e rido come una matta, sono piena di polvere e continuo a pensare che è una delle cose più matte e divertenti che io abbia mai fatto. Dietro c’è Pier che filma tutto inclusi gli improperi di quando rimane incastrato tra gli alberi … Alle 17.30 super trafelati/sudati/impolverati/stanchi siamo alla dogana argentina e gridando, facciamo cenno al barcaiolo, che ci farà attraversare Laguna del Deserto, che siamo arrivati, di non salpare, di aspettarci!

 

Lì, sul molo, tranquilli a prendere il sole …. Curt, lo statunitense e i due canadesi …. da dove cavolo siano passati non lo sappiamo visto che li pensavamo dietro di noi. Mancano 4 persone all’appello e … sorpresa … non serviva agitarsi tanto perché … non partiremo prima del loro arrivo, ovvero da lì ad un’ora visto che anche questo è l’ultimo traghetto della stagione e l’indomani non sarebbe più passato a riprenderci! Fantastico! Io scoppio a ridere e mi butto nel lago gelato per sciacquarmi un po’ dalla polvere. Il sole sta tramontando dietro i ghiacciai, il Fitz Roy mostra ancora la sua punta arrossata dai raggi solari, fa freddo, un freddo pungente. Che gran ricompensa per lo spirito! Quanta grazia!

 

3. Dalla costa nord di Laguna Deserto a El Chalten 37km, un altro biathlon di barca e bici 🙂

 

La barca di cui sopra, costa 160 pesos argentini (circa 14€) e la navigazione questa volta dura solo 40 minuti. Arriviamo dall’altro lato verso sera. Qui, purtroppo, la gendarmeria Argentina ci proibiraÌ di accampare lungo il tratto di 37km che ci separano da El Chalten; hanno infatti un accordo con il proprietario di un camping privato che dista 300mt dalla costa sud di laguna Deserto e ci diranno che quello è l’unico posto in cui ci eÌ consentito passare la notte! Questa volta però non ci stiamo: la malavita e la corruzione sono ovunque, ma se non è questione di vita o di morte, non fomentiamola!  In accordo con tutti gli altri ragazzi percorriamo qualche centinaia di metri ci cerchiamo un posto nel bosco in cui accampare: ce ne sono tanti al lato della strada, vicino il fiume e coperti dalla vegetazione. Fatelo senza problemi, non vi vedrà nessuno … se non fate il fuoco. In alternativa (sempre se non si tratta dell’ultima barca della stagione), potete anche decidere di passare la notte sulla costa nord della Laguna Deserto ovvero nei pressi del posto di gendarmeria Argentina che vi ha appena timbrato lingresso nel paese. Anche in questo caso, hanno un accordo con cui vi consentono di accampare li per 1 notte (gratuitamente) e prendere la barca la mattina seguente. Sfiniti, accampiamo tutti insieme in un bellissimo posto incastrato tra la coda del ghiacciaio e il fiume che esce dal lago. Un freddo "pipone"!

 

Ci rendiamo conto che gli altri ragazzi non hanno quasi nulla da mangiare così, io e Pier che invece abbiamo sempre scorte in abbondanza (ecco dove stanno i 40 kg che ci portiamo appresso…) riusciamo a preparare una cena meravigliosa per 5/6 persone e aggiungiamo anche una tavola di cioccolato gigante per dessert. Burt ed Aleksandra, i due polacchi infine sfoderano un buon litro di vino in cartone che ci scalda e rallegra. Tempo dieci minuti e russiamo tutti sfiniti nelle nostre tende. Cosa manca all’arrivo? I 37km che ci separano da El Chalten sono piatti ed in ghiaia abbastanza consolidata: dopo ciò che abbiamo affrontato ieri, una passeggiata :-). Solitamente ci vogliono 2/3 giorni per fare questo percorso (1 in più se fate il trekking al punto panoramico del ghiacciaio OHiggins). Partendo la mattina da Villa OHiggins, solitamente non si riesce a prendere lultima barca del pomeriggio che parte dalla costa nord di Laguna Deserto per la costa sud, e quandanche doveste riuscirci sarà improbabile che arriviate addirittura a El Chaltèn (quindi organizzatevi con il cibo!). Difficile suggerire la cosa migliore da fare; potremmo dirvi di prendervela con calma e godervi il cammino, in fondo è per quello che siete li e non ceÌ nessun cartellino da timbrare. Allo stesso tempo possiamo anche dirvi che, una volta ogni tanto, una esasperante e allo stesso tempo esilarante lotta contro il tempo, non solo mette tanta allegria, ma forgia pure il carattere … se non ci si lascia le penne in qualche modo 🙂

 

La verità è che questo percorso, con i suoi "paletti" insormontabili, la modalità con cui lo abbiamo fatto ed i ragazzi che ci hanno accompagnato, eÌ stato uno dei più belli ed entusiasmanti di tutta la Patagonia Australe!

 

Alla prossima avventura allora.

 

Melissa e Pierluigi

In Lak’ech – Tu sei un altro Me

www.theevolutionarychange.com

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