Rio De Janeiro – Brazil – “Dalle stelle alle stalle”

 

Statemi a sentire, c’e’ ben poco su cui disquisire, Rio e’ meravigliosa!

 

Spesso, viaggiando, ti chiedi quale potrebbe essere un posto in cui vorresti fermarti a vivere; che so, per qualche mese, anno o anche per sempre. E naturalmente lo fai anche dopo esser stato a Rio. Uno si chiede: "Perché, volendo scegliere una grande città, dovrei venire a vivere proprio a Rio che e’ così costosa (un Iphone 2.000 $) e non offre nemmeno lontanamente (ad oggi per lo meno) la qualità di vita e soprattuto la sicurezza, che offre una capitale europea o americana ?".

 

Ma perché Rio, abbarbicata sulla Bahia de Todos los Santos, e’ una donna mozzafiato!

 

E’ un’opera d’arte, e’ un alternarsi di spiagge, Copacabana e Ipanema, che disegnano linee sinuose sul mare, baie, isole più o meno lontane, laghi, monti o meglio, rocce giganti che spuntano dall’acqua come il Pao de Azucar (il famosissimo Pan di Zucchero) e il Morro de Corcovado, con uno dei simboli mondiali della pace, il Cristo Redentore. E’ la cartolina delle cartoline. E’, per me, una delle città più belle della terra e, se non fosse in mano a uomini che, da noi occidentali moderni, hanno sviluppato una fame atavica per il denaro e per il potere, potrebbe essere il miglior esempio di convivenza tra natura ed edificazione. Green Rio.

 

 

Rio e’ un quadro dipinto dalla natura nei secoli, a partire dalla deriva dei continenti sino ai giorni nostri. Tutti i colori che nutrono l’occhio umano (e l’anima), si mescolano in Rio come la tavolozza di un pittore: il blu del mare e del cielo, il bianco delle onde, il giallo del sole, il verde dei parchi e dei laghi, il marrone delle rocce, il colore della gente Carioca. Rio tutta, dovrebbe essere patrimonio Unesco e non solo le sue due meraviglie, il Pao e il Cristo. Certo, Rio e’ quella che offre anche una seconda faccia della medaglia: le favelas.

 

Siamo appena tornati da Rocihna, la più grande favela di Rio: 200.000 abitanti, grande come Bergamo, la mia città natale. Rocihna sorge a ridosso della capitale brasiliana, dei suoi grattacieli, dei suoi lussuosi hotel e delle sue meravigliose spiagge. Gode di un panorama ineguagliabile sulla plaja de Copacabana e dell’invidia di ogni essere umano. Un contrasto non facile da descrivere e molto meno facile da accettare. La favela e’ un concetto tutt’altro che banale; entrare in una favela e’ una conquista di status sociale tra i poveri di Rio. Entrare in una favela fa la differenza tra morire su un marciapiede come un cane qualsiasi e avere un tetto, seppur di fango, sulla testa. E’ l’ avanzamento sociale di un qualsiasi barbone Carioca. In una favela, oltre al tetto sulla testa, hai acqua e luce gratis, non paghi le tasse (perché non hai un lavoro o il lavoro che fai e’ tutt’altro che legale) e soprattutto sei protetto dagli "amigos dos amigos" una delle più grandi e potenti bande di criminali, trafficanti d’armi e drug dealer del Sud America.

 

Gli amigos dos amigos, gestiscono le favelas di Rio come un vero e proprio business (noi stessi abbiamo pagato una fee per potervi accedere): sanno in ogni istante chi entra e chi esce, permettono e sostengono lo spaccio di marjuana e di coca (ma non di eroina e crack, droghe che, ingenerando un elevato livello di dipendenza, alzerebbero i livelli della criminalità interna alla favela, facendone così perdere facilmente il controllo), decidono se hai diritto a stabilirti lì o meno e qual’e’ il prezzo che devi pagare. In una favela puoi comprare armi di tutti i tipi e le armi sono beni di prima necessità: le armi servono infatti alle bande criminali, a combattere altre bande ma soprattutto a combattere la polizia e lo stato (anche se raramente lo stato si mette contro amigos dos amigos e se lo fa, significa che siamo vicini al periodo elettorale). La droga invece, che viene per lo più venduta ai ricchi manager di città, e’ la principale fonte di introiti; i soldi vengono poi re-investiti in altra droga e in armi.

 

 

Se hai l’onore di entrare a far parte di una favela, puoi anche riuscire a comprarti casa… casa si fa per dire; si tratta di cubi puzzolenti di mattoni e fango, sprovvisti di tutto e circondati di galline, cani, gatti, escrementi di animali e di uomini. Se sei uno "facoltoso" te la compri ai piedi del monte su cui sorge la favela stessa, e se non lo sei, sceglierai uno degli ultimi cubicoli costruiti in cima alla montagna, consapevole del fatto che, alla prima pioggia torrenziale, morirai sepolto vivo tra macerie, merda e gente che scappa a valle dall’unica strada esistente, la "strada numero 1" che attraversa in verticale la favela, in cerca di salvezza, calpestando qualsiasi cosa si possa trovare in quell’istante sul tuo cammino. Parlando con alcuni abitanti di Rio, ho scoperto che nessuno di loro e’ mai stato in una favela e nemmeno si sogna di andarci. Per i Carioca facoltosi, le favelas sono la vergogna del Brasile, e così, le gite in una favela (perché di questo si tratta), sono organizzate solo per i turisti. Un Carioca non sa come si vive in un contesto come quello della favela, non ha idea di cosa significhi per la povera gente e, dall’alto del suo cumulo di denaro, vorrebbe solo la loro distruzione: per le prossime olimpiadi, i cittadini Carioca, hanno proposto al governo di recintare Rosihna con un muro di cemento. Come se nascondere fisicamente la favela agli occhi del mondo, voglia in effetti dire aver risolto il problema della povertà del Brasile. Ma tutti noi sappiamo purtroppo, che il nostro mondo e’ il mondo dell’effimero, il mondo dell’apparenza, il mondo alla Dorian Gray: fuori il bello e dentro il marcio, ma l’importante e’, che nessuno lo veda o se ne accorga.

 

E’ indubbiamente fuori discussione che le favelas siano un fenomeno sbagliato e corrotto dal loro primo all’ultimo cm. La povertà di questi posti, e’ una povertà marcia, malsana e pericolosa. Una povertà criminale. Le favelas sono il modo palese in cui Stato e Polizia corrotta, permettano l’esistenza della criminalità ed e’ altrettanto palese come questo venga accettato, per un problema di mantenimento di equilibri: tra gang rivali, tra gang e stato, ma anche di equilibrio urbano … Proviamo a immaginare un milione di senza tetto puzzolenti che si riversa nella bellissima Rio. Che trauma per la bellissima Ipanema. Che vergogna per questo paese che ha trovato la sua via per sedersi al tavolo delle trattative con Cina Europa e Stati Uniti. Ma la vera vergogna, e’ il continuare a non affrontare il problema. E’ anche vero infatti, che le favelas rappresentano un fenomeno sociale di primo piano, sono il simbolo di una povertà protettrice. Milioni di poveri brasiliani vi trovano riparo e ci vedono paradossalmente l’inizio di una nuova vita.

 

 

Il fenomeno delle favelas, e’ un fenomeno molto complesso, che non può essere affrontato solo a ridosso delle olimpiadi e solo pensandole come dei futuri campi di sterminio in cui gasare tutti. Il fenomeno delle favelas e’ un fenomeno sociale di primo piano, per il Brasile e per tutto il mondo. E come tale e con tale livello di importanza andrebbe affrontato … Nella favela più grande di Rio, una sola organizzazione non governativa di volontariato, due materassi stesi a terra, qualche penna e un quaderno per i bimbi-studenti e l’unico europeo-volontario andatosene da alcune settimane. Sono fermamente convinta che, non sarà certo recintandole o bruciandole, che il Brasile traghetterà il suo passaggio da paese in via di sviluppo a paese sviluppato. Così come non sarà certo dimenticandole che i poveri Carioca si riscatteranno dalla loro infinita povertà.

 

Viva il mondo Carioca, viva il mondo a colori.

 

Melissa e Pierluigi

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