Vivere alla “Fine del mondo”

 

Finisterre, Fine del mondo, ai confini del mondo, terre oltre confine … Non mancano di certo le “parole” con cui descrivere le punte estreme di terra continentale emersa, apparentemente lontana da un ipotetico centro (convenzionalmente individuato con l’equatore o con il “vecchio continente”). Ma come sarà vivere in uno di questi luoghi? Lo stiamo sperimentando proprio in queste settimane. Siamo a Ushuaia, ultimo centro abitato di medie dimensioni prima dell’Antartide. Siamo nel punto più a sud del Sud America, al sud della Terra del Fuoco. Di fronte a noi, il leggendario Canale Beagle, una manciata di isole abitate da Leoni Marini, Pinguini, Albatros e Cormorani imperiali, il Famoso Capo Horn (incontro dell’oceano Atlantico e Pacifico) e infine il mare agitato che 1000km più a sud si ricongiunge con i ghiacci perenni dell’Antartide.

 

Resteremo qui per almeno 1 mese. Siamo ospiti a casa di un caro amico. È settembre, l’inverno sta assestando i suoi ultimi colpi di freddo. Sebbene la vicinanza al mare e la protezione delle montagne mitighi un po’ la temperatura, per un mediterraneo continua ad essere decisamente freddo. Ci dicono che è stato un inverno anomalo. Ha nevicato meno del solito e i centri di sci hanno lavorato meno del previsto. Ci troviamo in un posto di straordinaria bellezza. Siamo nel punto in cui la spina dorsale del pianeta (la cordigliera delle Ande in Sud America, la Sierra in centro America e le Montagne rocciose in Nord America) si inabissa continuando il suo lavoro sott’acqua per poi riemergere in Antartide. Siamo in una conca, tra la montagna e il mare. La cordigliera si staglia a Nord e a Ovest mentre il leggendario Canale Beagle bagna le coste da Ovest a Est collegando i 2 oceani. Al di la de Canale Beagle, difronte a Ushuaia verso Sud, c’è l’Isola Navarino, cilena.

 

 

Il concetto di “estremo”, inteso come uno dei 2 punti limite di un segmento che va da A a B, caratterizza la vita di chi abita questa terra. Vivendo in un punto di mezzo tra A e B tutto ciò che circonda le nostre giornate è tendenzialmente mite, apparentemente normale. Il punto di mezzo, ci aiuta a trovare un equilibrio nelle nostre giornate e nella nostra vita. Se gli stimoli a cui siamo sottoposti sono “ordinari” e “miti” probabilmente saremo naturalmente indotti a processarli con maggiore equilibrio. Ma se vivi ad un estremo del segmento, allora devi lavorare per trovare l’equilibrio perché stai pur certo che gli stimoli che riceverai non saranno per nulla “miti”. A questo punto entra in gioco Darwin e l’evoluzione della specie. La parola d’ordine è “adattamento”. Se abiti queste terre da generazioni e generazioni è probabile che il corpo fisico (la genetica, il DNA, il sistema nervoso ecc) e quello emozionale si saranno abituati a queste straordinarietà. Purtroppo però, gli abitanti “nativi” che iniziarono a popolare queste terre 10mila anni fa sono stati estinti e il primo “colono” del “vecchio continente” ad istallarsi stabilmente in Terra del Fuoco è arrivato qui 127 anni fa, fondando la famosa Estancia Harberton. Questo rende tutto più interessante. Terra estrema con abitanti la cui genetica è impossibile che si sia già adattata del tutto. Del resto, gli Yamana (popolo nativo originario di queste terre) vivevano a queste temperature completamente nudi. Il clima freddo e umido gli aveva fatto perfezionare nei secoli una tecnica di sopravvivenza unica. Vivevano nudi, cosparsi di grasso di foca che agendo come una membrana in Goretex faceva si che la gelida pioggia o neve gli scivolasse addosso. Vivevano sempre con un fuoco accesso, finanche sulle canoe che usavano per spostarsi e cacciare. Fu per questo che i primi esploratori chiamarono queste terre “Terra del Fuoco”. Infine, furono sterminati con l’arrivo dei “colonizzatori” poiché la chiesa, reputando indegne e peccaminose le loro condizioni di vita, li obbligarono ad indossare vestiti che restavano perennemente umidi e bagnati causa pioggia e neve; li fecero morire di malattie che neanche conoscevano come polmonite, bronchite, ecc.

 

Ushuaia conta ben 70mila abitanti e la società qui ruota attorno a tre grandi settori: il porto commerciale, il turismo e l’industria leggera (beni e servizi tipici di qualunque società occidentale). Potreste immaginare di svolgere un lavoro “ordinario” in un centro turistico estivo e invernale? Insomma, Ushuaia è famosa per la stagione estiva tanto come quella invernale. Vivere in un posto che ha davvero tanto da offrire naturalisticamente parlando è una gran bella opportunità.

 

Pablo è biochimico. È il capo di un laboratorio di analisi qui a Ushuaia. Lavora duro tutto il giorno, è iscritto in palestra, frequenta diversi corsi di lingua straniera, una vita apparentemente normale. Ma poi, a soli 5 minuti di auto da casa sua verso Nord c’è la cordigliera delle Ande, il centro di sci del Martial, il ghiacciaio del Martial. A soli 500mt verso est c’è il mare, la Baia di Ushuaia e il Canale Beagle, per non parlare del club nautico. Alcuni suoi colleghi hanno la barca a vela con cui si cimentano in regate per l’imprevedibile Canale. A soli 20km c’è il centro di sci Cerro Castor, il secondo più grande dell’Argentina dopo quello di Bariloche e decisamente uno dei più grandi del Sud America. Gli atleti olimpici europei, scelgono queste montagne per proseguire gli allenamenti quando da loro è estate. Ci racconta che qualche anno fa andava a sciare in pausa pranzo… Adesso si limita a frequentare un corso di sci di traversata nel fine settimana; del tipo passare 2 giorni sulla neve tra le montagne della cordigliera con zaino e sci. Per l’estate mi ha detto che vuole fare un corso di canoa, qui nel Canale Beagle tra Leoni marini, cormorani imperiali, albatros, delfini Tonina e rare comparsate di qualche balena”.

 

Altro discorso è il clima. Non si tratta solo del freddo. A queste latitudini sono frequenti anche nevicate d’estate. La temperatura in inverno è attorno allo zero, d’estate sale anche a 15 gradi di giorno ma in qualunque momento possono arrivare ondate di freddo improvvise dall’Antartide e portare neve e gelo, fosse anche solo per un giorno. Siamo pur sempre in Patagonia, anzi Patagonia estrema. Il clima è imprevedibile e “muy cambiante” come dicono qui, ovvero che può cambiare in qualsiasi momento in pochi minuti. La gente del posto spiega sempre questo fenomeno allo stesso modo: durante una giornata possono alternarsi le 4 stagioni, finanche neve e sole. I venti, possono essere molto forti e soffiare per giorni interni, esattamente come fenomeni di bassa nuvolosità che possono coprire il cielo e il sole anche per giorni. Certo, nelle giornate di sole, a queste latitudini e con ecosistemi tanto puri, alba e tramonto acquistano un fascino davvero speciale: che colori. Altro fattore da tener in considerazione è la disponibilità di alcuni prodotti. Se siete vegetariani o in ogni caso amanti di frutta e verdura, se avete in mente di coltivare il vostro piccolo orticello per assaporare una produzione biologica, allora questo posto non fa per voi. Tutto ciò che troverete qui arriva da molto molto lontano. La terra e il clima non aiutano di certo a mettere su un piccolo orto domestico, pertanto bisogna accontentarsi del limitato assortimento di frutta e verdura che arrivano sul bancone del supermercato non esattamente freschissimi e a un prezzo almeno doppio rispetto alle zone di produzione; si sconta una logistica alquanto laboriosa. Per uscire da Ushuaia, volendo dirigersi verso il centro del paese o semplicemente verso una città più grande, bisogna mettere in conto diversi giorni di viaggio via terra (bus) oppure prendere un volo di linea per essere a Buenosaires in 4 ore. Da Ushuaia partono tutte le navi per le spedizioni in Antartide. Nella stagione “estiva” da novembre a marzo, partono dei costosissimi tour di 12 o più giorni per le Isole Antartiche del Sud e la penisola Antartica. Che dire, visitare il Polo Sud è un privilegio di pochi. La spedizione più economica costa 5mila€. Tuttavia, se vivete in Ushuaia potete beneficiare di una flessibilità unica. È frequente sentire di gente che è riuscita a imbarcarsi gratuitamente all’ultimo minuto in una spedizione. Capita che il cuoco di bordo o il lavapiatti sia venuto meno all’ultimo momento e debba essere sostituito. Ecco che se qualcuno ha dato disponibilità all’agenzia che organizza la spedizione si ritrova in viaggio per l’Antartide finanche retribuito.

 

 

Oscar è biologo marino, vive qui a Ushuaia e lavora per il Governo. Qualche anno fa prese parte ad una spedizione in Antartide per lavoro. Restò 2 mesi in Antartide in una base scientifica per studiare il comportamento dei pinguini imperatore. Ha una piccola barca a vela ormeggiata presso il club nautico Afasyn e il fine settimana non perde occasione per uscire a veleggiare per il canale Beagle”.

 

Il vento ha ripreso a soffiare, le nuvole si abbassano fino a toccare la linea degli alberi (qui giù a soli 200mt di altitudine sul mare). Tra 2 ore è probabile che rischiari di nuovo. Pablo è appena uscito per andare a lavoro. Intanto una nave mercantile sta salpando dal porto dopo essere rimasta ferma diversi giorni per essere caricata di container; probabilmente riprenderà a viaggiare verso l’Europa. Una piccola imbarcazione con una decina di turisti sta partendo dal porto turistico per la quotidiana escursione di navigazione nel Canale Beagle con giro all’Isola dei leoni marini e dei cormorani. Altri turisti girano per le strade del centro con le tavole da Snowboard e gli sci affrettandosi a raggiungere la fermata della navetta che li porterà sulle piste da sci.

 

 

Vivere alla “fine del mondo”; tuttavia è solo questione di prospettiva e convenzione. Dopo tutto, potrebbe anche essere l’inizio.

 

Pierluigi e Melissa

In Lak’ech – Tu sei un altro me

www.theevolutionarychange.com

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