Luca e Stefano: fino in Nuova Zelanda in bici

 

Luca e Stefano, originari di Montebelluna, sono due giovani diversi tra loro, ma accomunati dallo stesso sogno: raggiungere la Nuova Zelanda in bici. Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Tajikistan, Cina, Pakistan, India, Nepal, Birmania, Thailandia, Malesya, Singapore, Indonesia, Australia ed infine Nuova Zelanda. Questo l’itinerario pensato da Luca e Stefano, i quali, mossi da un forte spirito di avventura, sono convinti che questo viaggio permetterà loro di comprendere e dimostrare “che l’uomo per poter essere felice, non ha bisogno che la sua vita sia improntata e finalizzata unicamente ad un guadagno costante che gli permetta di avere una vita agiata, ma che in realtà, il suo vero io può essere appagato appieno nel vivere una vita serena e felice con quel poco che ha".

 

Chi sono Luca e Stefano?

 

Siamo due ragazzi di Montebelluna, con la comune voglia di spingerci sempre al limite. Luca è un ragazzo solare, imprevedibile e soprattutto folle, che sente il bisogno di fare qualcosa di concreto per dare una nuova svolta ed una nuova direzione alla propria vita. Ora ha 25 anni ed è pronto per fare un salto nel vuoto realizzando il suo sogno. Stefano, 36enne, ha scoperto la passione per l’avventura quando un bel giorno si è trovato senza lavoro e con un sacco di tempo libero. Da allora ha macinato migliaia di chilometri sia a piedi che in bici. Oggi ha trovato in Luca il compagno ideale per intraprendere quest’avventura sognata da anni.

 

Quando e per quale motivo avete deciso di intraprendere quest’avventura in bici che vi porterà in Nuova Zelanda?

 

L’idea di partire per la Nuova Zelanda ci attirava già da tempo. È stato subito dopo aver letto il libro di Rob Lilwall “Cycling Home From Siberia”, che è scattato in noi un pizzico di follia. Da quel momento abbiamo deciso che, prima o poi, anche noi saremmo stati in grado di affrontare un viaggio in bicicletta, proprio come aveva fatto Rob. Proprio da qui è nata l’idea di raggiungere la Nuova Zelanda in bici.

 

Avete già realizzato un programma di viaggio?

 

Programmare nel dettaglio le tappe sarebbe per noi estremamente limitativo, viaggiare in bicicletta significa libertà, non vogliamo mettere delle catene al nostro itinerario ancora prima di partire. Nonostante la nostra intenzione sia quella di “vivere alla giornata”, abbiamo già programmato a grandi linee il nostro percorso. La nostra partenza è prevista per marzo/aprile 2015, per ora stiamo creando un programma del viaggio nei minimi dettagli, ma c’è una buona probabilità che possa essere da noi modificato durante il tragitto. Abbiamo tracciato il percorso analizzando i tempi di permanenza in ogni singolo Stato che attraverseremo.

 

 

Quale sarà la vostra organizzazione pratica?

 

Definito il percorso, ottenuti i visti, con bici e attrezzatura pronte, non ci resterà che partire e goderci l’avventura.

 

E quale il vostro obiettivo?

 

Un viaggio come il nostro è un’esperienza di vita, che ci permetterà, non solo di scoprire nuovi aspetti della nostra personalità, ma anche di rendere ognuno di noi infinitamente umano. Vogliamo intraprendere quest’avventura perché ci arricchisca profondamente, grazie al contatto umano con popolazioni dagli usi e costumi molto diversi dai nostri.

 

Da quanto tempo vi state preparando a questa avventura? E soprattutto, in che modo?

 

In questo momento la nostra preparazione è focalizzata soprattutto sugli aspetti più noiosi del viaggio: visti e burocrazia. Fisicamente e mentalmente siamo pronti per partire.

 

Siete in cerca di sponsor per poter affrontare il viaggio con risorse economiche opportune. Cosa offrite in cambio?

 

Gli sponsor sono una parte fondamentale. Considerando che il nostro viaggiò avrà una durata non inferiore ad un anno, abbiamo certamente bisogno di un sostegno economico da chiunque voglia aiutarci. Alle aziende che ci sosterranno, offriremo grande visibilità sia a livello nazionale che internazionale, tramite la pagina facebook “On the road from Italy to New Zealand by bike” e tramite il blog “Life in 25000 km” (che sarà attivo a partire da fine giugno), dove verranno costantemente pubblicati foto e video sottotitolati in inglese. Siamo inoltre in contatto con numerosi blog, siti internet e canali tv che seguiranno la nostra avventura. Tra i più importanti: turisti per caso, bike channel, vagabondo.net e italianiallestero webtv.

 

Che ne pensano i vostri familiari di questa vostra avventura?

 

Inizialmente i nostri familiari ci credevano degli incoscienti, ma ora il loro atteggiamento è cambiato. Ci supportano e fanno il tifo per noi.

 

Pensate di essere pronti ad affrontare tutte le problematiche che intralceranno il vostro percorso?

 

Siamo pronti ad affrontare ogni pericolo. L’importante è avere e mantenere quella calma e freddezza per poter risolvere a mente lucida ogni difficoltà che incontreremo. Solamente in questo modo potremo raggiungere la nostra meta.

 

Cosa porterete con voi?

 

Avremo bisogno di tutto il necessario che ci permetterà di sopravvivere. Ma la cosa fondamentale, quella che ci accompagnerà durante l’intero viaggio, sarà la nostra passione per l’avventura, senza di essa non faremmo nemmeno un metro.

 

 

Quali saranno le vostre tappe?

 

Partiremo dall’Italia e attraverseremo Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Tajikistan, Cina, Pakistan, India, Nepal, Birmania, Thailandia, Malesya, Singapore, Indonesia, Australia ed infine Nuova Zelanda. Questo itinerario è il più suggestivo, ma potrebbe non essere quello definitivo. Burocrazia e disordini pubblici potrebbero interferire con i nostri piani.

 

E per quale motivo avete scelto proprio queste?

 

Abbiamo cercato di scegliere un tragitto che ci permettesse di raggiungere la Nuova Zelanda, cercando di evitare tutti gli Stati più insidiosi dell’Asia. Ovviamente il percorso potrebbe cambiare in corso d’opera, in base a tutti gli imprevisti che incontreremo. 

 

In cosa pensate sarà in grado di cambiarvi questo viaggio?

 

Se dobbiamo essere sinceri, non sappiamo quanto e come saremo cambiati una volta terminata questa esperienza. L’unica cosa di cui siamo sicuri riguardo il viaggio, è che ci permetterà di comprendere e di dimostrare che l’uomo per poter essere felice, non ha bisogno che la sua vita sia improntata e finalizzata unicamente ad un guadagno costante che gli permetta di avere una vita agiata, ma che in realtà, il suo vero io può essere appagato appieno nel vivere una vita serena e felice con quel poco che ha. Per poter andare oltre questi preconcetti, il viaggio è l’unico modo che ci permette di vedere le cose da diversi punti di vista e che, soprattutto, ci permette di comprendere che questa nostra realtà, fortemente stereotipata, non è l’unica realtà possibile in cui possiamo vivere.

 

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A cura di Nicole Cascione