Lorenzo, film-maker a Londra

 

Lorenzo da più di un anno vive stabilmente a Londra, dove ha finalmente avuto la possibilità di dedicarsi completamente alla sua passione: il cinema. Oggi Lorenzo è un film-maker freelance ed ha realizzato un cortometraggio #CIAOMAMMA (https://vimeo.com/89843610), nel quale il tema trattato è l’immigrazione, un tema molto sentito soprattutto tra gli italiani: “Mammoni si nasce e senza vergogna confermo fieramente di esserlo. Questo è il giovane italiano all’estero. Si diverte, certo. Impara. Si nutre di esperienze. Vive. Ma ha sempre la testa voltata a guardare quel che nel bene e nel male si è lasciato alle spalle”

 

Lorenzo, quando e per quale motivo hai deciso di trasferirti a Londra?

 

Nell’estate del 2013, precisamente a luglio. Probabilmente suonerà ridondante, ma ero stanco della situazione italiana, privo di motivazioni e “condannato” ad una routine che non sentivo più mia. Sentivo il bisogno di fare qualcosa per cambiare la mia vita, fare un’esperienza del genere mi stuzzicava, ma allo stesso tempo mi spaventava, così, preso il coraggio necessario, mi son buttato nel vuoto seguendo i miei sogni. Si vive solo una volta – mi son detto – e se la si vive correttamente, una volta è più che sufficiente. Here I am in London!

 

Di cosa ti occupavi in Italia e di cosa ti occupi attualmente?

 

In Italia mi sono diplomato all’Accademia del Cinema di Roma a Cinecittà in qualità di film-maker con specializzazione in montaggio cinematografico. Subito il mio degree in Italia, ho lavorato in varie piccole e medie produzioni di cortometraggi, videoclips e film, ma la scarsità di lavoro mi ha spinto pian piano a cercare altrove, fuori dai confini nazionali, ed oggi lavoro come montatore freelance a Londra.

 

Ti sei presentato come un film-maker indipendente. Ti andrebbe di spiegare ai lettori in cosa consiste il tuo lavoro?

 

Beh, prima di essere film-maker mi definisco un grande appassionato di cinema. Con la parola film-maker si intende quella persona che conosce tutti gli steps necessari per creare un lavoro cinematografico, che parte dalla stesura di una sceneggiatura, passa alla fase dello shooting sul set per poi concludersi nella fase del montaggio.

 

Che differenza c’è tra svolgere il tuo lavoro in Italia e farlo all’estero?

 

Al momento in Italia ci sono ben poche realtà concrete di prodotti cinematografici con alle spalle una produzione come si deve e il più delle volte si lavora gratuitamente, senza nemmeno i travel expenses pagati. All’estero, ma soprattutto a Londra, ci sono tantissime opportunità di lavorare ad altissimi livelli in questo settore e mettere le mani su lavori abbastanza importanti a livello internazionale, il tutto venendo pagati regolarmente. Ma le numerose opportunità fanno da risposta all’enorme competizione che c’è in città. E’ una vera e propria guerra. Life‘s hard and you have to play it hard too.

 

Tra i tuoi lavori c’è un cortometraggio girato in Inghilterra, il cui tema è l’immigrazione. Qual è il messaggio che hai voluto trasmettere? Perché hai scelto proprio questo tema?

 

Fondamentalmente sono uno dei tanti, anzi tantissimi connazionali che decidono di partire verso l’ignoto, l’incertezza, di compiere il cosiddetto salto nel buio giocando con il destino. Ma a differenza degli altri, sentivo il bisogno di liberarmi delle emozioni, delle esperienze e di tutto ciò che sto imparando durante questo mio percorso all’estero. Il risultato è #CIAOMAMMA, una moderna lettera visiva che da italiano non potevo non indirizzarla alla persona che nonostante la lontananza, mi è sempre stata vicina. Mammoni si nasce e senza vergogna confermo fieramente di esserlo. Questo è il giovane italiano all’estero. Si diverte, certo. Impara. Si nutre di esperienze. Vive. Ma ha sempre la testa voltata a guardare quel che “nel bene e nel male” si è lasciato alle spalle.

 

 

Quanto lavoro c’è dietro il cortometraggio?

 

Onestamente un bel po’. Ho girato in varie locations durante i ritagli di tempo per un paio di settimane, per poi dedicarmi al montaggio, color correction e doppiaggio per altre due settimane, quindi più o meno siamo intorno al mese di lavoro.

 

Chi ti ha affiancato in questo progetto?

 

Oliver Porzaznik. Nonostante il nome possa far pensare il contrario, anche lui è italiano e l’ho conosciuto proprio qui a Londra. Lavora come modello e attore e ci tengo particolarmente a ringraziarlo per avermi sostenuto e supportato sin dall’inizio, quando gli ho parlato del progetto.

 

Che riscontro ha ottenuto il tuo cortometraggio sul web?

 

Molto buono. Onestamente non mi aspettavo che potesse piacere così tanto. Non posso che ritenermi soddisfatto.

 

Quali sono le difficoltà che un italiano emigrato all’estero deve affrontare?

 

Emigrare in un Paese straniero è sempre difficile, ma per un italiano forse lo è ancora di più. L’attaccamento che abbiamo nei confronti della famiglia e delle nostre radici non ce l’ha nessuno probabilmente, ma allo stesso tempo ho constatato che a differenza di altri, l’italiano medio ha un proverbiale spirito di adattamento ed una notevole capacità di inserimento in breve tempo in una città con una cultura quasi totalmente differente dalla propria. Sembrerò retorico, ma una delle cose con cui ho dovuto combattere all’inizio è stata la mancanza di una cosa fondamentale per un italiano: la vera pasta!

 

Per quale motivo hai scelto proprio Londra?

 

Quale città se non Londra? La capitale dell’Europa.

 

 

Credi che Londra possa darti qualcosa in più rispetto alla tua città natale?

 

Sicuramente. Innanzitutto sto vivendo un’esperienza che mi sta facendo crescere e vedere le cose da un punto di vista totalmente differente. Sto imparando cose nuove ogni giorno, conosco gente nuova e faccio nuove amicizie. Sono partito da un piccolo paese di 6 mila abitanti per arrivare a vivere in una città con più di 9 milioni di persone. Sicuramente Londra saprà darmi qualcosa in più, lo sta già facendo in realtà…

 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

 

Essendo un appassionato di cinema abbastanza ossessionato, vedendo i blockbusters e le serie degli anni ’80, sono cresciuto con l’idea dell’America come terra promessa e, nello specifico, la California e Los Angeles, quindi sì, mettiamola così, se penso al futuro mi vedo a Los Angeles…

lo************@li****.it

 

A cura di Nicole Cascione