La situazione economica austriaca: come affrontano la crisi gli altri paesi europei

 

  

È di qualche mese fa la notizia secondo la quale molti imprenditori del nord est avrebbero dato vita ad una vera e propria diaspora verso la regione austriaca della Carinzia: attratti da un sistema fiscale vantaggioso e da regole bancarie concorrenziali. Sebbene non vi sia accordo sui numeri di questa fuga e qualche testata abbia addirittura messo in dubbio la veridicità del fenomeno, è innegabile che molti imprenditori stiano guardando all’Austria come ad un mercato interessante per molti aspetti. 

 

Allora facciamo un viaggio all’interno della sua economia per cercare di capire come si muove e come sta vivendo l’ondata di crisi economica che, più o meno, sta investendo tutto il vecchio continente. Cominciamo con uno dei parametri più utilizzati, e conosciuti, per valutare l’andamento economico di un paese e cioè il PIL. Bene, secondo i dati del Rapporto Paese Congiunto, relativi all’ultimo periodo disponibile (il 2011) questo parametro ha fatto registrare una crescita del 3,1% che, sicuramente contrattasi nel corso di questo 2012, è previsto in ripresa per il 2013 di circa l’1,6%. In attesa dei dati reali relativi al 2012 quello che si può comunque dire è che siamo di fronte ad un andamento economico ben diverso dal nostro.  Quali sono stati i fattori trainanti di questo andamento? Nel 2011 vi è stato un sensibile aumento delle esportazioni e fortissimi investimenti in attrezzature. Sicuramente le esportazioni sono leggermente calate nel corso del 2012, a causa della congiuntura negativa di altri paesi, ma ciò che colpisce è lo sviluppo del consumo interno che, aumentato nel 2011, è previsto stabile anche nel 2012. Tutti dati decisamente in controtendenza rispetto a noi e che aprono interrogativi amari e inquietanti riguardo la gestione della crisi da parte delle diverse classi politiche europee. Sebbene alcuni effetti della crisi si siano fatti sentire anche qui un altro dato che colpisce è quello relativo alla disoccupazione: leggermente in aumento nel 2012 ma sempre attorno ad una media del 5% che fa dell’Austria il paese europeo con il più basso tasso di disoccupazione.  

 

 

Certo non è tutto oro quello che luccica e non è che il governo austriaco non abbia preso provvedimenti seri e senza conseguenze sulla vita dei cittadini. Per quanto riguarda la legge di bilancio del 2011, sempre secondo fonti del Rapporto Paese Congiunto, alcuni provvedimenti riguardano, come sempre, aumenti di imposte come quelle sui carburanti, sulle immatricolazioni di auto, sui tabacchi e sui guadagni eventualmente ottenuti con le speculazioni finanziarie. Sono anche state introdotte alcune misure relative alle pensioni, alla sanità e alla pubblica amministrazione. Vediamo, sempre secondo dati ufficiali, l’andamento di alcuni settori come quello manifatturiero che nel 2011 ha fatto assistere ad un incremento dell’8%. Crescita zero nel 2012 ma previsioni di crescita del 3,5% per il 2013. Il settore costruzioni, da noi così pesantemente colpito dalla crisi, è previsto in aumento per il 2013 pari all’1%. Una delle industrie che ha fatto registrare i più interessanti aumenti (cosa che dovrebbe insegnarci qualcosa, proprio a noi che di bellezze non siamo privi) è quella turistica che, tra 2011 e 2012 ha raggiunto i migliori risultati degli ultimi venti anni. Sono aumentati i pernottamenti grazie anche alla sempre crescente e migliore offerta recettiva di Vienna. Elemento sicuramente interessante e indicativo (i flussi di investimento e le direttrici dello stesso non si muovono mai a caso infatti) è la distribuzione geografica degli investimenti austriaci, fortemente inclinati verso l’Europa dell’est, in particolare verso la Slovenia, la Croazia e la Romania. La marcia verso questa parte di Europa è guidata, soprattutto, dalle banche: massiccia la presenza di istituti di credito austriaci in queste zone. Discorso abbastanza simile riguarda grossi gruppi assicurativi e del settore energetico. Qualcosa vorrà pur dire.  

 

Facciamo ora una rapida carrellata sulle imprese italiane che, invece, sono massicciamente presenti in Austria. Tra le maggiori (e sono sempre i dati ufficiali del Rapporto Paese Congiunto a parlare) troviamo la celebre Poltrona Frau e la ITAL TBS che, con l’acquisizione dell’austriaca PCS, è diventata leader nelle tecnologie mediche. A farla da padrone le aziende legate alla moda come Benetton, Diesel, Replay, GEOX. Numerosi i negozi di moda di prestigiosi marchi italiani quali Missoni, Prada, Versace e Gucci a cui, recentemente si è aggiunto anche Armani. Attratta dalla favorevole politica fiscale riguardante i redditi da società è la DANIELI che produce impianti per acciaierie e che ha fatto enormi investimenti nell’Austria del sud. Tra le aziende di maggior successo in Austria e in continua espansione troviamo poi la Lavazza. 

 

Per avere ulteriori informazioni sull’economia austriaca, sul sistema fiscale e su cosa significhi aprire un’impresa, di qualunque tipo, consigliamo di consultare il sito di ABA Invest in Austria www.investinaustria.at. In questo sito si da molto spazio ad uno dei punti di forza del sistema Austria dal punto di vista della sua capacità di attrarre aziende e, quindi, forza lavoro, e cioè il suo sistema fiscale

 

A cura di Geraldine Meyer

 

Altre informazioni utili sull’Austria sul sito Mollare Tutto:

 

www.mollaretutto.com/cambiare-vita/europa/austria