A New York sono di casa

 

Così comincio subito con un’iperbole, che io sono affetta dalla sindrome dell’esagerazione, con una spiccata tendenza all’entusiasmo effimero. Riparto, non sono esattamente di casa, vivo qui da meno di un anno, eppure già mi sento di appartenere a questo posto. E’ la prima volta da quando ho lasciato l’Italia, tre anni fa, che non mi sento persa e che la nostalgia non mi bussa alla porta ogni giorno. 

 

New York è una città che ti conquista, ti seduce e ti stravolge. Una città che si mostra fiera e ammiccante, ma che ha un anima misteriosa che non svela ai più. Se te ne innamori succede all’improvviso,  altrimenti è un disastro. La vedrai sempre come una donna altezzosa e un po’ lasciva, con cui passarci una notte, ma senza pensare mai ad un matrimonio, a un futuro, dei figli.

 

Io non so quanto rimarrò qui, ma mi sono riproposta di girarla tutta, palmo a palmo, per scoprirne ogni segreto. Il bello di vivere qui è che c’è sempre qualcosa di inaspettato che mi costringe a girare con la macchina fotografica a tracolla e una scorta di stupore e meraviglia da tirar fuori all’occorrenza.

 

New York è una città dalle mille facce, non basta una medaglia e il suo rovescio per raccontarla, serve tutto il cubo di Rubik!

 

In questa mia rubrica mi piacerebbe raccontare qualcuna di queste mille facce, passando in rassegna gli argomenti più disparati. Ho pensato di partire dalle case, perchè ci sono davvero tanti modi per vivere a New York City. Ci sono gli immensi grattacieli di Midtown con mille piani, i lussuosi palazzi dell’Upper East Side e le casette con il giardino sul retro (backyard) del Queens o di Staten Island.

Ci sono i condomini anonimi degli anni ’70 (che mi sono rifiutata di fotografare) e quelli post industriali dove i loft hanno preso il posto delle fabbriche a Soho, Tribeca e negli ultimi anni a Williamsburg. Ci sono anche le case popolari che prima venivano chiamate Project, ma adesso questo termine è considerato poltical incorrect, un po’ come operatore ecologico, che ha preso il posto di spazzino. Solo che il mio vocabolario inglese è ancora piuttosto scarno e non c’è spazio per i sinonimi, quindi, purtroppo, non mi ricordo il nuovo nome da usare. Per non dimenticare le palazzine multifamiliari di west side story, con le celeberrime scale anti incendio ad incorniciare le facciate di mille colori.Infine ci sono le mie preferite:  le brownstone (o townhouse se non sono costruite in mattoncini o pietra di colore scuro) quelle di Carrie Bradshaw e dei Robinson, da noi come si chiamano?

 

Potremmo dire che ci sono case per tutti i gusti, ma ahimè non per tutte le tasche! New york City è una delle città più care al mondo e non è facile trovare un posto dove stare, avendo ancora tutti gli organi interni! Se siete interessati prossimamente possiamo parlare dei prezzi astronomici che girano nel campo immobiliare.

 

…prossimamente vorrebbe dire che tornerete a leggermi. A presto !

 

Donna con Fuso

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