A Londra non ha piovuto per settimane, poi tutto è tornato normale

 

A Londra ieri ha piovuto. Potrei addirittura dire.. finalmente. Sarete tutti meravigliati, ma quella di oggi è la prima pioggia seria e regolare da almeno un mese. Non si conta l’ormai famigerato temporale scatenatosi la notte della nascita del Royal Baby, perchè oltre ai fulmini non è caduta molta acqua.

 

 

Per settimane c’è stato un sole allucinante, da far invidia alle più rinomate spiagge del mondo. Condizioni climatiche che sono andate contro tutti i famosi standard inglesi, fatti grigiore, nebbiolina e ombrello sempre in mano. Un tempo così che non si vedeva da anni, decenni, secoli — hanno tuonato i tabloid, ricalcando una moda presente anche nelle versioni estive dei nostri giornali e programmi tv. 

 

In effetti non gli si può dare torto. C’era un caldo inimmaginabile per queste zone. I famosi pratini inglesi, verdi e morbidi, si sono trasformati in un attimo in secche e gialle distese bruciacchiate. Nella Tube, la metropolitana, sono stati esposti cartelli che invitavano gli utenti a non accalcarsi e a idratarsi bene, visto il rischio che la temperatura si facesse troppo insopportabile. Si sono superati i trenta gradi e toccati addirittura i trentacinque: per voi non saranno nulla confronto alla calura italiana, ma qui hanno sconvolto tutti. Il primo ufficiale giorno di sole, saranno stati 20 gradi si e no, la gente mi diceva «è dannatamente caldo. Non ce la faccio». Io avevo addosso un maglioncino e la mattina presto addirittura una giacca. Da quel primo giorno, però, si è scatenata la follia. Il sole è una risorsa limitata in queste terre e non appena anche solo un raggio compare nel cielo, ecco che tutti si scatenano nell’intendo di conquistarlo come se non ci fosse un domani.  Le ragazze possono sfoggiare i loro miniminimini vestiti, gli shorts, i top, le canottierine, e tutta una vasta serie di ciabattine e sandalini. Le più avventurose escono di casa direttamente scalze. Anche quelle intrappolate in più formali abiti dal lavoro trovano la soluzione: si arrotolano le gonne, si abbassano le spalline e al volo riescono a cambiarsi le scarpe prendendo un paio di comode ballerine o infradito che avevano custodito in maniera più o meno ordinata nella borsa. I maschi, molto più liberi dagli arzigogoli della moda, tirano fuori tutte le magliette e i pantaloni corti dai loro armadi. Se invece devono andare al lavoro trovano finalmente l’occasione per indossare tragiche camicie a maniche corte.

 

Ma a Londra il sole non cambia solo l’abbigliamento. Cambia anche il bioritmo e lo stile di vita andando ad influenzare tutto quello che la gente fa, dal lavoro al tempo libero. Gli uffici, prima considerati piccoli paradisi per le persone operose e diligenti della città, si svuotano prima e più in fretta. Tutto rallenta un po’. La pausa pranzo si consuma e si allunga nei moltissimi spazi verdi che si trovano ovunque. L’aperitivo non è più al pub, ma diventa una birra al parco o in piazza seduti su un lenzuolo. La cena viene ritardata il più possibile, e anche gli inglesi convinti –quelli che metterebbero a scaldare la minestrina alle 6 di sera– si sentono un po’ più spagnoli.

 

 

Come accennato, sono i parchi ad aver fatto da spalla a un popolo a cui è stato finalmente concesso un po’ di sole. I numerosi giardini pubblici della città sono diventati surrogati delle spiagge mediterranee. Hyde Park, Regent’s Park, Battersea, Victoria… sono solo tra i più famosi, ma ce ne sono molti altri più piccoli ma altrettanto affollati. Si sono riempiti di gente più o meno attrezzata e organizzata che qui ha passato il tempo a prendere il sole (senza grandi risultati, come immaginate), partecipare a show e concerti, bere birra, godersi lunghissimi pic nic e barbeque, giocare a calcio, pallavolo o racchettoni. E, perché no, a fare il bagno (un azzardato tuffo nella Serpentine di Hyde Park è una di quelle 1000 cose da fare a Londra prima di morire, assieme a un gigantesco Mr. Darcy/Colin Firth da 3 metri e mezzo, quello di Orgoglio e Pregiudizio).

 

 

 

Ora è arrivato Agosto. Ieri tirava vento e pioveva. Il clima è incerto. «Qualcosa di terribile accadrà, perché non è possibile che Londra si sia concessa così tanti giorni di sole» aveva previsto una mia amica. Il cielo nuvoloso è il segno che l’ordine sta tornando. La follia collettiva, l’euforia, la libertà e la spensieratezza stanno ritornando nel cassetto, lasciando il posto alla solito frettoloso tran-tran.

 

«Se a Londra ci fosse un clima migliore saremmo ancora nel Medioevo» affermano da secoli gli inglesi duri e puri tra invidia e orgoglio a chi li prende in giro per il clima sventurato. In effetti è vero — ma nell’eterna lotta tra progresso e qualche raggio di luce, almeno per alcuni giorni d’estate, noi qui tifiamo per il sole. Che forse, ora che finisco di scrivere, sta proprio spuntando fuori.

 

Nicolas Lozito

 

Credits:

Foto ‘Serpentine/Mr Darcy’: David Parry – Creative Commons via Flickr

Foto ‘Fulmini Royal Baby’: Lewis Whyld – Creative Commons via Flickr

Foto ‘Bici al parco’: ytulauratambien – Creative Commons via Flickr

Foto ‘Spiaggia Hyde Park’: Wayan Vota – Creative Commons via Flickr

Foto ‘Estate al parco’: mnbf9rca – Creative Commons via Flickr