Stage alla CE: la nuova passione dei giovani italiani

 

Un tempo lontano – ma non poi così tanto – i giovani italiani, stanchi di cercare nelle proprie terre un lavoro che non si trovava, chiudevano le valigie di cartone con lo spago e partivano – chi al nord, chi all’estero – per trovare un briciolo di occupazione che gli permettesse di sfamarsi e condurre una vita dignitosa. Il tutto lasciandosi dietro genitori in lacrime e amici che ogni anno diventavano sempre più soli. Fino a qualche anno fa, questa situazione era solo un ricordo scritto nelle menti dei nonni più anziani e nelle pagine dei libri di storia. Ma con il proseguire della crisi economica ed occupazionale che sta colpendo tutta Italia, ed in particolar modo i giovani, qualcosa di quell’epoca da “Piccolo mondo antico” sta tornando. Possiamo definirla emigrazione 2.0.

Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea, infatti, l’Italia sarebbe al primo posto della classifica dei giovani che fanno domanda per stage a Bruxelles. I numeri parlano chiaro: su 18mila domande totali, più di 4mila (precisamente, 4.179) provengono dall’Italia. E questi numeri sono riferiti alla sola sessione del prossimo ottobre. Al secondo e terzo posto si sono piazzati altri due paesi che, come l’Italia, non stanno vivendo un momento particolarmente prospero e felice: parliamo del Portogallo, da cui sono partite 2.491 domande, e della Spagna, terza con 2.489. Per quanto riguarda invece la sessione dello scorso marzo, anche in quell’occasione l’Italia si era piazzata al primo posto con più di 2.500 richieste. Non parliamo dunque dei giovani che emigrano per trovare un lavoro sicuro in qualche altra parte del mondo: questi ci sono sempre stati e sempre ci saranno. La novità riguarda invece l’istituto dello stage, ovvero una forma di occupazione (a volte retribuita, più spesso, almeno in Italia, gratuita) che dà alla persona la possibilità di fare un’esperienza lavorativa in un’azienda o un ente pubblico con la prospettiva di uno stipendio, di un’assunzione o, mal che vada, di una voce in più nel proprio curriculum.

I giovani italiani – una delle categorie più sfortunate del momento, con il milione di posti di lavoro persi in un anno per gli under 35 – hanno capito che se vogliono ribaltare la situazione devono rimboccarsi le maniche ed andare a cercare il lavoro là dove viene offerto. I fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi lo stage alla Commissione Europea – gli italiani, al momento, sono 88 – possono difatti contare su uno stipendio di mille euro al mese, più i rimborsi spese per gli spostamenti. Si tratta di uno stipendio che, al giorno d’oggi, farebbe gola a chiunque.

 

 

Domenico Cianci