Robotica e nuove opportunità: come fare del proprio sogno una vera professione

Robotica e nuove opportunità

 

Diventare l’ingegnere dei robot: fino a qualche decennio fa, poteva sembrare una figura lavorativo frutto esclusivamente dell’immaginazione e della fantasia dei bambini, ma invece non è affatto così. Anzi, si tratta di un lavoro estremamente affascinante che ora è diventato realtà. Un robots engineer, questa la definizione in lingua inglese, è colui che ha il compito di progettare, ma anche creare e sviluppare test di macchine robotiche. Non si tratta di una professione sconosciuta ai più, ma è chiaro che l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha reso ancora più urgente la richiesta di personale specifico. Una figura professionale sicuramente multidisciplinare, che è mossa sempre da una passione sconfinata verso il mondo della robotica e dotata naturalmente di un’inventiva non comune.

 

Sia i programmatori di intelligenza artificiale che gli ingegneri dei robot, quindi, sono due tra i profili professionali che saranno maggiormente richiesti in futuro, almeno stando a quanto riferiscono le ultime statistiche pubblicate da Hays, una società che si occupa di recruitment specializzato e che ha creato l’indagine “Jobs of The Future”, con l’obiettivo di fornire indicazioni utili riguardanti l’evoluzione del settore dell’Information Technology entro il 2025.

 

I vari sistemi di automazione stanno attraversando una fase di evoluzione incredibile e i miglioramenti fatti nel giro di pochi mesi sono già tangibili. Quando si parla di ingegnere dei robot, però, in realtà si fa riferimento ad un lavoro che viene portato a termine in team, dal momento che include non solo un gran numero di competenze, ma pure tantissime discipline, che partono dalla meccanica e arrivano fino all’informatica, toccando non solamente la biologia, ma pure la psicologia, senza dimenticare automazione e linguistica. Gli ingegneri dei robot, tra le altre cose, sono piuttosto di frequente occupati a portare a termine dei lavori che vengono commissionati da parte delle aziende, ovvero i loro clienti, per la costruzione di macchine che siano in grado di svolgere tutto l’elenco di funzionalità richieste. Una delle nazioni maggiormente avanzate da questo punto di vista è certamente il Giappone, uno dei Paesi in cui è più semplice trovare lavoro come ingegnere dei robot, soprattutto per la grande domanda che c’è in ogni periodo dell’anno.

 

Le possibilità di studio nel settore della robotica

 

Per chi vuole specializzarsi nell’ambito della robotica, quindi, ci sono diverse possibilità. Prima fra tutte quella di seguire un master in robotica oppure un corso di studi adatto, che permetta di prendere una strada ben precisa in questo settore. Infatti, sono stati attivati numerosi corsi di laurea magistrale: tra gli altri, troviamo il corso in intelligenza artificiale e robotica, che è stato messo in piedi da parte dell’Università “La Sapienza” di Roma. Per raggiungere la laurea è necessario affrontare una serie di esami obbligatori, di cui anche alcuni su materie a scelta, che devono essere sostenuti in lingua inglese, per un numero complessivo di crediti formativi pari a 90. Per gli studenti più meritevoli, in seguito al primo anno, c’è pure una grande opportunità, derivante dal fatto di prendere parte ad un percorso di vera e propria eccellenza.

 

Un altro corso molto interessante è quello che viene organizzato dal Dipartimento di Scienze della Formazione di Genova. Si tratta del master EPICT, il cui obiettivo primario è quello di trasmettere il maggior quantitativo di conoscenze a docenti competenti sulla robotica educativa, ma anche sul coding, sull’elettronica educativa e sulla formazione del pensiero computazionale. Stesso discorso per quanto riguarda l’Università di Siena, che ha scelto di dare il via ad un corso di laurea magistrale in Computer and Automation Engineering. Lo studente, così, ha l’opportunità di optare per uno tra i due percorsi formativi previsti, ovvero quello in Information Systems e quello in Robotics and Automation. All’interno dei due percorsi di studio sono presenti materie come automazione industriale, robotica e pure intelligenza artificiale. L’unico aspetto da considerare è che bisogna sapere l’inglese ad un livello fluente, dal momento che l’intero corso viene svolto in questa lingua. All’Università di Bologna, invece, è previsto un master in chirurgia robotica urologica, che dura tre anni e in cui sono previste 240 ore di lezioni di teoria e 500 ore di tirocinio.

 

La robotica sta trovando applicazioni in moltissimi campi, dalla sanità all’intrattenimento. Emblematico il caso del poker sportivo dove i programmatori non si sono dedicati soltanto alla creazione di online poker bot ma anche a intelligenze artificiali in grado di competere con i più forti professionisti del gioco. Esattamente come è capitato con l’intelligenza artificiale che è riuscita a capire come… bluffare! Sì, è tutto vero: il merito va ad un gruppo di ricercatori di Facebook e della Carnegie Mellon University che, unendo le proprie forze, sono riusciti a sviluppare un sistema AI che è stato in grado di sconfiggere i più forti pokeristi al mondo nella più classica delle sfide 1 vs 5. Il cervellone in questione è stato ribattezzato Pluribus e ha avuto la meglio su professionisti del settore in una serie di partite a 6, senza alcun limite, al gioco di poker Texas Hold’Em. Insomma, è stata la dimostrazione ultima e totale di come il pc, ormai, possa battere anche i giocatori i carne e ossa, sfruttando i vari algoritmi che sono stati sviluppati e allenati per essere in grado di prevedere le mosse dei vari avversari.

 

Gli allenamenti di Pluribus sono stati del tutto particolari, dato che il sistema di AI si è allenato sfidandosi da sola, imparando pure a bluffare. Sì, dal momento che anche per un pc sarebbe diventato eccessivo riuscire a fare un calcolo delle mosse di cinque giocatori in così poco tempo. Nella sfida che ha visto il pc da una parte e i giocatori in carne e ossa dall’altra, Pluribus è stata in grado di portare in saccoccia qualcosa come 480 dollari in media all’ora ogni 100 mani, fino a vincere la somma consistente di 1000 dollari in un’ora. Ed è un risultato, stando a quanto riportato dagli addetti ai lavori, che non teme confronti con le aspettative pure dei professionisti di poker più forti almondo. Non che le persone che hanno sfidato il pc fossero prive di motivazione, dato che hanno ricevuto, complessivamente, un incentivo che si aggira intorno ai 50 mila dollari.